Previsioni Prezzo Petrolio e Gas Naturale: WTI Recupera, Gas Ancora Schiacciato

Published: 4 lug 2022, 05:17 UTC2min read
Il prezzo del petrolio greggio WTI rimane solido, ritornando intorno ai 110 dollari, mentre il gas è ancora schiacciato sotto i 6$.
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Il petrolio greggio WTI ha chiuso la scorsa settimana dei mercati, all’apertura di questo mese di Luglio 2022, in lieve recupero dopo il precedente calo, nuovamente intorno al livello di 110 dollari al barile. Il gas naturale, invece, non è riuscito nell’impresa di ritrovare i 6 dollari ed è rimasto in area di minimi da diversi mesi a quota 5,5 dollari circa.

Per entrambe le commodities, rimane tangibile una rinnovata pressione ribassista, che pare però pesare prevalentemente sul prezzo del gas naturale. Il petrolio greggio, infatti, nonostante gli esperimenti ribassisti, non si è spinto ancora fino al test del supporto principale di 100 dollari.

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Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI viene scambiato a 109,55 dollari al barile, mentre il gas naturale segna 5,64 dollari.

Previsioni sul prezzo del petrolio greggio WTI

Il petrolio greggio WTI viene scambiato ancora intorno al baricentro di 110 dollari e potrebbe proseguire in questi movimenti laterali ancora per diverso tempo, in assenza di market movers particolarmente significativi.

Se si dovessero osservare, già in questi giorni, nuovi tentativi ribassisti, allora l’attenzione dovrà necessariamente rivolgersi al supporto principale di 100 dollari.

La rottura di questo livello tecnico permetterebbe infatti al prezzo del petrolio greggio WTI di gettare le basi per una possibile inversione di tendenza in area 90/85 dollari al barile.

Al rialzo, invece, il target principale è rappresentato ancora dal livello di 120 dollari. Il raggiungimento di questo valore potrebbe agevolare il ritorno ai massimi pluriennali tra i 123 e i 125 dollari al barile.

Previsioni sul prezzo del gas naturale

Per quanto concerne il gas naturale, lo scenario rialzista vedrebbe invece un raggiungimento della resistenza di 6 dollari al barile, da cui potrebbe partire un ulteriore allungo per un recupero più ampio, intorno al livello tecnico di 6,5 o persino verso i 7 dollari.

La pressione ribassista esercitata sul mercato in queste ultime settimane fa ritenere poco plausibili dei rialzi ancor più ampi di quelli sopra prospettati.

Considerando anche che l’area di ipercomprato a 9 dollari non è stata più testata (e che contiene un’elevata dose di volatilità) si ritiene che il target cautelativo di 7 dollari possa rappresentare l’obiettivo di breve termine più realistico.

Il rischio ribassista si concretizzerebbe invece con un nuovo calo fino al supporto principale di 5 dollari. Da qui, un break-out potrebbe definitivamente innescare il crollo del gas naturale fino ai minimi da diversi mesi intorno ai 3,5 o 4 dollari.

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